Il Covid-19 ha evidenziato il ruolo fondamentale del farmacista di comunità quale operatore sanitario. Il farmacista assume dunque un ruolo nuovo, che vede associare alla dispensazione del farmaco, che resta sempre il ruolo di primaria importanza, l’erogazione di servizi clinici.

Questo nuovo ruolo vedrà sempre più coinvolti i colleghi nei presidi territoriali in attività di screening, in campagne di vaccinazioni, progetti di valutazione di aderenza alla terapia e telemedicina.

Tutte queste nuove competenze accreditano sempre più il farmacista, agli occhi del cittadino, come professionista competente e qualificato. I primi dati raccolti dalle Regioni confermano l’apprezzamento da parte dei pazienti e lasciano ben sperare che si possa ampliare sempre più l’offerta di servizi clinici in farmacia, allargando quindi gli orizzonti professionali verso competenze sempre più ampie in campo sanitario.

Tanti sono i cambiamenti che stanno attraversando negli ultimi anni la professione; oltre all’introduzione di nuovi servizi, infatti, è cambiato anche il modello di erogazione dei farmaci. Ciò ha portato con sé un nuovo modello di remunerazione, legato non solo al prezzo del farmaco, ma anche al riconoscimento dell’attività del farmacista. Ciò rappresenta un approccio radicalmente innovativo rispetto al passato e attribuisce, per la prima volta, un valore all’atto professionale. Si tratta pertanto di un cambio di paradigma che di sicuro avrà benefici tangibili in futuro, perché sgancia in parte il valore delle distinte contabili dal prezzo medio dei farmaci erogati.

In questa professione che è cambiata il farmacista ora è pronto ad avere un ruolo centrale nella sanità territoriale. Questo non può prescindere dal pieno coinvolgimento del farmacista nell’accesso al fascicolo sanitario elettronico che gli garantirà un ruolo sempre più operativo nella presa in carico del paziente.

“Cambiare ruolo in un mondo che cambia” quindi e ciò vale anche per i farmacisti ospedalieri, che dovranno superare ruoli tecnico-amministrativi per focalizzarsi su mansioni sempre più cliniche, basate su modelli di collaborazione interprofessionale per un’assistenza sempre più innovativa e personalizzata al paziente.

In generale, quindi, la nuova organizzazione della sanità sta evolvendo verso nuovi modelli di assistenza e di cura, sempre più specialistici, che vedono intergrarsi le diverse competenze del medico, del farmacista, dell’infermiere, dell’ingegnere clinico e di altre professioni sanitarie, così come descritto nel nuovo modello di sanità del DM 77/2022.

Siamo quindi di fronte ad un nuova visone della sanità, che vedrà il farmacista del futuro acquisire nuovi ruoli e competenze, a fronte dei quali sarà necessaria una formazione di alto livello dal punto di vista tecnico, professionale e manageriale che dovrà portare certamente anche un giusto riconoscimento sia dal punto di vista professionale che economico.