Perché mi candido alla Presidenza dell’Ordine dei Farmacisti di Roma
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La mia vision
Siamo qui per disegnare insieme il futuro della nostra professione. La strada che dovrà intraprendere per far tornare a crescere il rispetto e l’attrattività della professione e preparare le sfide del futuro l’Ordine dei farmacisti.
Da queste ragioni e dal sostegno di tanti colleghi nasce la mia candidatura alla presidenza dell’ordine dei farmacisti della Provincia di Roma che lancio oggi qui, con voi.
Siamo tutti consapevoli dei tempi veloci in cui viviamo, tempi che ci pongono di fronte a sfide che richiedono un impegno chiaro e consapevolezza della nostra identità e delle direzioni che dobbiamo prendere.
L’Ordine dei farmacisti nasce nel 1946 ai primi giorni della Repubblica, con tre principali funzioni: aiutare la neonata Repubblica a riacquistare la capacità di amministrare la vita civile, tutelare le professioni nell’interesse della comunità nazionale e proteggere i cittadini dalle cattive pratiche professionali. Tuttavia, il mondo è profondamente cambiato dal 1946 a oggi, e dobbiamo riconsiderare il nostro ruolo alla luce di questa evoluzione.
Una delle sfide principali che dobbiamo affrontare è il cambiamento nella percezione della nostra professione. Spesso ci siamo attaccati a slogan come “l’ordine è la casa di tutta la professione”, ma dobbiamo superare questo approccio superficiale e concentrarci sui contenuti e sugli obiettivi concreti.
Dobbiamo ripristinare la forza e la passione di rappresentanza dell’Ordine, che è andata riducendosi troppo nell’arco dei decenni. Negli anni ’68-’70, il sindacalismo ha spesso prevalso sull’interesse generale della comunità professionale, portando a lotte interne e frazionamenti della cultura collegiale.
Dobbiamo tornare a tutelare l’intera professione con uno sguardo d’insieme e senza pregiudizi, riscoprendo l’importanza di ascoltare i bisogni dei nostri colleghi.
Crediamo che la ridefinizione dell’identità professionale sia fondamentale per il nostro futuro. Molti farmacisti hanno contratti professionali legati al commercio, il che crea uno scarto tra ciò che sappiamo di essere e ciò che risulta contrattualmente. Questo scarto identitario sta minacciando la nostra professione e la rende meno attraente per i giovani. Dobbiamo agire sull’identità, definendo il farmacista come un professionista sanitario.
Questa ridefinizione dell’identità sarà la chiave per rispondere a molte delle sfide che affrontiamo, come la mancanza di collaboratori.
La facoltà non attrae più, risulta essere fra le meno scelte: i colleghi farmacisti che sento – almeno dieci al giorno – lamentano di avere seri problemi a trovare collaboratori.
Io ritengo che se agiamo sul versante identitario, ridando valore sociale e dignità alla nostra professione, non passerà molto tempo che ciò si riverberi positivamente sulla capacità di tornare ad essere una categoria attrattiva anche per le nuove generazioni. Insomma fatto questo poi potremmo parlare di tutto, potremmo parlare di formazione, della riforma del sistema ECM, oramai obsoleto, potremmo parlare della riforma della remunerazione legata alla professionalità e non al prezzo del farmaco (riforma che sta passando in questi giorni), della remunerazione dei servizi in farmacia, della riforma delle scuole di specializzazione o dei dottorati, insomma potremo parlare di tutto.
Tuttavia, non voglio elencare un insieme di soluzioni personali. Dobbiamo partire da punti cruciali, coinvolgere il mondo politico e professionale e definire chiaramente la professione farmaceutica come una professione sanitaria.
Chiederò a tutti i miei colleghi di costruire insieme il futuro della professione.
Questa è la nostra base, e da ora possiamo affrontare tutte le altre sfide.
Il nostro obiettivo principale è tutelare e sviluppare la professione farmaceutica, vigilando sulla sua corretta pratica e mantenendo il nostro impegno verso i suoi valori fondamentali. Dobbiamo essere trasparenti, ascoltare le colleghe e i colleghi e fornire risposte concrete. È il momento di recuperare una rappresentanza più responsabile e coesa, basata su valori condivisi.
Siamo qui per lavorare insieme per il bene della nostra professione e della comunità che serviamo. Siamo pronti a mettere da parte le differenze e a concentrarci su ciò che ci unisce. La riforma della professione è il nostro impegno, lavoreremo instancabilmente per renderlo una realtà giorno dopo giorno, una soluzione alla volta.
Andiamo a lavorare e vincere insieme.