E’ stato detto che le nuove mansioni del farmacista al pubblico convergeranno verso attività sempre più cliniche. Per il farmacista di comunità quindi, diventa improrogabile la sottoscrizione di un nuovo CCNL che preveda il riconoscimento dell’atto professionale del farmacista quale professionista sanitario.
La farmacia inserita nel sistema distrettuale delle case di comunità assumerà un ruolo cruciale nello svolgere funzioni e servizi nell’ambito della prevenzione, dell’assistenza e della riabilitazione. Sono previste pertanto nuove funzioni aggregate e trasversali che richiederanno l’impiego di professionisti specializzati in ambiti clinici e diagnostici. La farmacia passa quindi da una struttura semplice, che aveva come finalità la preparazione e la distribuzione del farmaco, a una struttura complessa che prevederà l’erogazione di servizi clinici. Pertanto, il vecchio contratto “generalista” che contempla anche figure non sanitarie, risulta non più al passo con i tempi. Il nuovo CCNL dovrà puntare a riconoscere peculiarità sanitarie e specialistiche nell’ottica di un sistema basato su principi di autonomia, responsabilità, valorizzazione del merito e della prestazione professionale. Tali connotazioni possono realizzarsi solo con il sistema degli incarichi professionali, graduati e retribuiti in base alle competenze.
Le diverse tipologie degli incarichi potranno rappresentare un’espressione di sviluppo di carriera di due tipi, ovvero una carriera di tipo prevalentemente gestionale (organizzazione di servizi, laboratorio galenico, ecc.) e una carriera di tipo prevalentemente professionale (incarico professionale di vari livelli), con graduali valorizzazioni economiche basate sulla complessità dell’incarico e sulla specializzazione.
Non si può eludere però la questione salariale ma è fondamentale anche considerare la conciliazione lavorativa con la vita privata, che è una delle cause principali dell’abbandono della professione del farmacista in farmacia, valutando la possibilità di riconoscere un orario di lavoro flessibile e una particolare attenzione alla qualità della vita dei farmacisti collaboratori anche a mezzo benefit inseriti nel sistema di welfare aziendale.
La nostra proposta:
Chiediamo in primo luogo che venga riconosciuto il ruolo sanitario del farmacista nel prossimo contratto. In secondo luogo deve esser garantito un reale sviluppo di carriera, tramite il conferimento di incarichi professionalizzanti, che porti con sé, parallelamente al crescere della complessità degli incarichi, una crescita salariale.
Ciò serve a garantire, nel rispetto della sostenibilità aziendale, un’efficace e proficua organizzazione della farmacia, promuovere un luogo di lavoro stimolante, mediante il riconoscimento delle potenzialità, delle attitudini e delle competenze di ciascun collega.
È fondamentale inoltre tener presente anche l’indispensabile equilibrio che deve esserci tra vita lavorativa e privata, che è una delle cause principali dell’abbandono della professione del farmacista. Ci impegneremo affinché interventi sul welfare aziendale diventino strutturati, quali: bonus per asili e scuole per i figli, bonus baby-sitter, per visite mediche, bonus per servizi di assistenza agli anziani.